jueves, 30 de junio de 2016

Thomas More e l’Utopia cinquecento anni dopo

Nel 1516 Thomas More pubblicava il suo libro più celebre, oggi universalmente conosciuto con il titolo di Utopia. Erano passati soltanto tre anni dalla pubblicazione del Principe di Niccolò Machiavelli e, nella città belga di Lovanio, apparve questo libello a firma di Thomas More, l’umanista che di lì a tre anni sarebbe entrato alla corte di Re Enrico VIII d’Inghilterra per poi divenirne Lord Cancelliere dal 1529 al 1532.

Il libello di More, scritto in latino, tratteggiava i contorni di una società ideale situata in un punto imprecisato del globo, molto lontano dall’Inghilterra. Tra le opere che hanno ispirato l’Utopia di More vanno annoverate senza dubbio La Repubblica di Platone con la famosa descrizione della “città ideale”, Il volto della luna di Plutarco e, più ancora, alcuni scritti di Luciano di Samosata come la discesa agli inferi narrata nel Menippo, alla cui traduzione dal greco al latino si erano dedicati lo stesso More insieme a Erasmo da Rotterdam, suo grande amico.

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